Castello di Pissignano

Poco più a valle, catturano il nostro sguardo le torri medioevali del castello di Pissignano Alto; il nome deriva dall’antico Pissinianum, ossia piscina di Giano, una costruzione, legata all’acqua, che si trovava in prossimità dell’attuale Tempietto del Clitunno, il toponimo è certo e lo si ritrova anche in una lettera di Federico Barbarossa.

Sappiamo con certezza, grazie anche ai ritrovamenti, che la zona fu abitata in epoca romana, tra il V e il VI sec., trovandosi in prossimità della Via consolare Flaminia. In epoca medioevale, nella parte alta del colle, sorse il primo insediamento, nel XI-XII sec, accanto ad una chiesa romanica benedettina. Fu proprio la comunità benedettina che decise di cingere con possenti mura il nucleo abitato tanto che proprio dalla loro presenza prese il nome l’insediamento, chiamato Borgo San Benedetto e il monte sovrastante, detto Monte San Benedetto o (Colle Revalioso). Per la sua posizione strategica fu conteso da vari comuni limitrofi, diventando scenario di lotte e rifugi; fu scelto come postazione e rifugio da personaggi ben noti; nel 1155 infatti Federico Barbarossa si stanziò con le sue truppe nei pressi del castello dopo la distruzione della città di Spoleto.
Il castello ci accoglie con la sua struttura triangolare, tipica dei castelli di pendio, con il vertice a monte e le torri disposte sugli angoli e sui due lati spioventi in posizione intermedia. Il borgo è disposto a terrazze digradanti e conserva in parte i caratteri medievali, nel punto più alto sono i resti di quello che doveva essere il palazzo signorile, dove si conserva un affresco raffigurante una Madonna con Bambino, del 1545. All’interno dell’antica chiesa, oggi sconsacrata e di proprietà privata, vi sono affreschi datati 1449 e altri raffiguranti la Resurrezione, realizzati da Fabio Angelucci da Mevale e risalenti alla seconda metà del sec. XVI.



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