Catacombe Villa San Faustino

A pochi passi dal tracciato dell’antica Via Flaminia s’incontra un luogo speciale, unico in Umbria.

Un dedalo di cunicoli sotterranei, che custodiscono ancora oggi la memoria di tante sepolture e il fascino di riti antichi.
Nascoste tra campi di grano e casolari, si trovano le Catacombe Cristiane di Villa San Faustino, costruite probabilmente dalla comunità cristiana del Vicus Martis Tudertium, che si sviluppò molto presto e che fu senz’altro molto numerosa (nella Catacomba sono state individuate oltre 300 sepolture). Dal 1948 il nome delle catacombe è legato alla memoria di San Faustino; proprio in quell’anno, infatti, vennero ritrovate nell’abbazia omonima, poco distante da qui, le sue ossa. Le catacombe furono in parte interrate dopo l’abbandono di questo tratto della Flaminia e rimasero sconosciute fino al ‘600. Nel 1940 iniziarono finalmente i lavori di scavo per recuperare il cimitero, interrotti solo dalla Seconda Guerra Mondiale, quando la catacomba fu utilizzata come rifugio antiaereo dagli abitanti della zona. La catacomba non ha le dimensioni delle ben più note catacombe cristiane di Roma, ma si compone di un dedalo di cunicoli con i loculi scavati nella pietra, ancora perfettamente conservati. Numerosi i graffiti con i simboli della croce, della palma e del pesce, legati alla figura di Cristo. Interessante un sarcofago scolpito a forma di toro che ha fatto avanzare l’ipotesi di un luogo dedicato al culto di Mitra, poi adattato a cimitero cristiano. Pochi i reperti archeologici ritrovati: singolare l’assenza di iscrizioni, attribuibile all’analfabetizzazione degli abitanti poiché si tratta di un ipogeo di campagna. I reperti ritrovati, lucerne di fattura grossolana, frammenti di ceramica e monete, sono dello stesso periodo di quelli ritrovati nella catacomba, testimonianza quindi della contemporaneità del cimitero ipogeo e della soprastante basilica. La catacomba fu ovviamente dimenticata quando questo tratto della via consolare perse di importanza, e fu gradatamente interrata dalle alluvioni rovinose del Naja. Sul colle che sovrasta la catacomba si trovano i resti del basamento di un tempio pagano costruito con grossi blocchi squadrati, sul quale è addossata una moderna casa colonica. Nel secolo XIII il sito è documentato come fortilizio, con chiesa dedicata a Sant’Angelo, appartenente alla nobile famiglia dei Monticastri dalla quale discese fra Gian Bernardino Monticastri che, secondo alcune fonti storiche, avrebbe partecipato al primo viaggio di Cristoforo Colombo verso la scoperta del nuovo mondo.



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