Tempietto sul Clitunno

Il Tempietto, austero, elegante, misterioso appare immerso nel verde, tra la strada e l’acqua. Vero e proprio rompicapo per studiosi ed appassionati, non corrisponde a nessuno degli antichi edifici di cui parlavano i poeti latini.

Considerato uno dei più interessanti monumenti altomedievali dell’Umbria, è inserito nella lista dei sette gioielli dell’architettura longobarda in Italia, Patrimonio Mondiale Unesco dal 2011.
“Un edificio, tante storie”, si potrebbe dire, una straordinaria eleganza nonostante le diverse fasi costruttive e la molteplicità dei materiali di riutilizzo provenienti dagli antichi edifici sacri legati al culto del dio Clitumnus e di altre divinità. È un piccolo gioiello carico di mistero. Arrivando ai suoi piedi, lo vediamo adagiato sul suo alto podio, abbracciato ad un piccolo sperone di roccia, raccolto e compiuto in una dimensione straordinariamente minuta e armoniosa. L’edificio si articola su due piani: il primo al livello del suolo, nasconde e protegge una roccia da cui, secondo alcuni studiosi, è verosimile immaginare che sgorgasse una polla d’acqua sorgiva e che da questa prendesse nome il sacello ricordato ancora nel XVI sec., durante le visite pastorali, come “Ecclesia S.ti Salvatoris de piscina”.
Al secondo la presenza di una trabeazione continua, che abbraccia tutto il monumento, rivela l’intento di ricucire, formalmente ed idealmente, le parti nuove con la struttura primigenia. All’interno un’atmosfera soffusa e suggestiva: antiche immagini rimandano ad un arcano misticismo.
Nel tempo sono state avanzate molte ipotesi rispetto all’origine e alla datazione, solo di recente circoscritta all’epoca longobarda, tra gli inizi del VII e l’VIII sec.



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